lunedì 7 marzo 2011

La sostenibilità sempre più fattore distintivo nel processo d'acquisto

E’ stata presentata a Milano la ricerca quali-quantitativa “Per una filiera sostenibile: il punto di vista di imprese e consumatori”.


La Ricerca è stata sviluppata dal Laboratorio PMI – Filiera Sostenibile che Fondazione Sodalitas ha recentemente costituito insieme con quattro PMI che hanno saputo ripensare il loro modello di business attorno alla sostenibilità: Filca Cooperative, Gam Edit, Mazzali e Palm. Al Laboratorio partecipa anche l’organismo internazionale di certificazione Bureau Veritas.


L’indagine è stata condotta dall’istituto GfK Eurisko, che ha intervistato un campione di 500 consumatori rappresentativi della popolazione italiana e di 183 imprese rappresentative del mercato italiano. Nella fase qualitativa sono stati inoltre intervistati individualmente 8 responsabili acquisti di altrettanti grandi imprese aderenti a Fondazione Sodalitas.


“L’obiettivo della Ricerca è comprendere come la Sostenibilità venga integrata dalle aziende nella gestione della filiera e come impatti sulle decisioni di acquisto dei consumatori” ha affermato Ugo Castellano, Consigliere Delegato di Fondazione Sodalitas “E’ significativo il fatto che la ricerca sia stata promossa da un laboratorio interamente composto da PMI. Una volta tanto sono le piccole e media realtà italiane ad essere all’avanguardia in tema di sostenibilità e, in particolare, nella diffusione della cultura della filiera sostenibile”.


LE IMPRESE


La sostenibilità è ormai un valore di riferimento per il 58% delle imprese intervistate, che attribuiscono la stessa rilevanza alle sue tre dimensioni – gli aspetti sociali, gli aspetti ambientali e la relazione con il mercato – tutte percepite come ugualmente importanti (rispettivamente 83%, 78% e 74%).


Oltre un terzo delle imprese considera molto importante la sostenibilità di filiera. Tuttavia, solo una minoranza (29%) delle imprese facenti parte del campione dichiara di avere molta familiarità con questo concetto, mentre una percentuale consistente (45%) dichiara di averne “abbastanza”, a conferma della progressiva integrazione di questa dimensione nella cultura aziendale.


La conoscenza risulta più diffusa nelle piccole imprese e nelle aziende che operano anche sui mercati esteri.


Tre criteri risultano di primaria importanza nella scelta dei fornitori: la qualità del prodotto/servizio acquistato (96%), i tempi di consegna e le condizioni commerciali (entrambi all’89%) e, alle spalle di questi – allineato al servizio post-vendita – si colloca “il rispetto dei criteri etici, sociali e ambientali” (63%), che risulta dunque importante ma non primario agli occhi delle imprese.


Per la maggioranza delle aziende (53%) la sostenibilità è criterio di scelta applicato tuttavia nella selezione dei soli fornitori “critici”, ovvero per le forniture direttamente legate ai prodotti/servizi che l’azienda offre. Solo il 15% del campione applica criteri di sostenibilità alla scelta di tutti i fornitori.


Nella maggioranza dei casi vengono tenuti in considerazione sia criteri sociali che criteri ambientali, con una leggera prevalenza accordata al rispetto di standard sociali in particolare quelli riguardanti i diritti dei lavoratori.


La maggioranza (54%) delle aziende ha già avuto occasione di riconoscere un premium price a fornitori che davano maggiori garanzie in termini di sostenibilità ed una percentuale solo leggermente inferiore (49%) si dichiara orientata a farlo di nuovo in futuro. Una netta maggioranza (73%) si riconosce nell’opinione che non necessariamente una fornitura sostenibile debba costare più delle altre.


I CONSUMATORI


La maggioranza dei consumatori (63%) ha già sentito parlare di sostenibilità, anche se solo il 19% di essi (prevalentemente giovani e con un livello di istruzione alto) ritiene di conoscerne adeguatamente il significato, all’interno del quale gli aspetti ambientali tendono a prevalere (83%) su quelli sociali (64%).


La responsabilità di uno “sviluppo sostenibile” viene attribuita in primo luogo al Governo (86%) e alle Amministrazioni locali (82%) ma anche le imprese e i cittadini vengono viste da una percentuale molto elevata del campione (superiore al 70%) come investiti dalla responsabilità di garantire la sostenibilità dello sviluppo: ciascun cittadino può dare il proprio contributo in questo senso, in particolare attraverso i comportamenti e le scelte quotidiane, soprattutto quelle che oltre ad un vantaggio per l’ambiente comportano anche un risparmio economico.


Il giudizio sull’attuale impegno delle imprese a favore della sostenibilità è differenziato: un terzo del campione (35%) esprime un giudizio positivo, un terzo un giudizio critico e un terzo si colloca in posizione intermedia (una valutazione che può esprimere sia incertezza/mancanza di conoscenza che differenza nelle valutazioni tra i diversi settori e le diverse aziende).


Oggi un quarto dei consumatori italiani sceglie quali prodotti acquistare anche in base alla sostenibilità di filiera. Tre quarti dei consumatori accetterebbe inoltre di pagare di più per un prodotto garantito in termini di sostenibilità.


Solo un terzo dei consumatori (32%) ha sentito parlare di “sostenibilità della filiera” (una percentuale che cresce nei soggetti di età più matura e – soprattutto - tra chi ha un titolo di studio superiore). In linea con questo dato, il 27% dichiara di porre attenzione sempre o spesso alla sostenibilità della filiera al momento dell’acquisto di un prodotto.


Ma dopo che il concetto è stato sinteticamente illustrato è una larga maggioranza (76%) a ritenere molto importante che un’impresa garantisca la sostenibilità della propria filiera.


L’attenzione alla filiera è giudicata in prospettiva importante per tutte le categorie di prodotto ma in particolare per i prodotti alimentari (71%) e per i detersivi (65%). E, almeno in teoria, la maggioranza dei consumatori (76%) sarebbe disposta a pagare di più per un prodotto garantito in termini di sostenibilità (anche se – in maggioranza – solo “poco” o “pochissimo” di più).

LE CONCLUSIONI


Dalla ricerca emerge che ci troviamo oggi in una fase di passaggio tra una sostenibilità che si esprime in un impegno dichiarato ma in azioni sporadiche ad una sostenibilità che diventa davvero parte integrante della qualità di prodotti e servizi per le aziende e criterio primario di scelta per i consumatori.


In questa fase un ruolo decisivo potrà essere giocato dalla comunicazione, l’unico strumento in grado di consolidare una cultura della sostenibilità – in particolare degli aspetti più complessi tra cui la sostenibilità della filiera - e di fornire indicazioni chiare sui comportamenti da mettere in atto.


Sono chiamate a farsi carico di questo impegno anche e soprattutto le imprese che, come emerso nel corso della ricerca, tendono oggi a comunicare la propria performance di sostenibilità soprattutto all'interno all’azienda (69% del campione) piuttosto che ai consumatori, i quali chiedono un’informazione più completa e affidabile con riferimento sia agli aspetti ambientali che a quelli sociali.


Prodotti alimentari, detersivi, prodotti cosmetici ed elettrodomestici sono le 4 categorie di prodotto sulle quali si ritiene particolarmente importante poter disporre di questo tipo di informazione che, secondo la maggioranza del campione (62%), sarà sempre più al centro delle attenzioni dei consumatori nel prossimo futuro.

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